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26 gennaio 2012

Una notte movimentata al ciclotrone

Oggi sono in vacanza, si dovrebbe dire riposo compensativo perché gli ultimi due giorni sono stati un vero incubo e ho passato un'intera notte insonne a correre dietro ad una serie di problemi tutti scorrelati e ovviamente imprevisti che sembravano una congiura.

Lunedì scorso parlando con Carla, una collega del centro venuta in visita nel nostro lab - vedi vignetta, mi vantavo di come avevamo saputo risolvere una situazione critica con la sorgente di ioni della nostra ciclotrona (mai dimenticarsi che il nostro ciclotrone è in realtà una nobil donna e in quanto tale anche molto permalosa). Le dicevo che di preciso non avevamo ancora capito quale fosse la causa del problema, però eravamo riusciti a trovare una configurazione in cui il plasma era stabile e riuscivamo ad estrarvi le particelle da accelerare senza troppi problemi. Ieri dopo una lunga giornata di lavoro, abbiamo risolto in maniera - speriamo - definitiva il problema.

Ma andiamo con ordine, dobbiamo tornare alla notte tra martedì e mercoledì... Era quasi mezzanotte ed ero a letto, ma ancora non dormivo. Stavo giocherellando con il mio cellulare quando squilla e compare la faccia dell'operatore della notte. Persona simpaticissima, ma che non vorresti mai sentirti chiamare la notte. La conversazione va diretta al sodo, i convenevoli sono una inutile perdita di tempo nel cuore della notte.

Mi dice di non essere in grado di stabilizzare il plasma, usando un termine gergale mi dice che è freddo e non riesce ad accenderlo. La terminologia non è "scientifica", ma per noi ha un significato chiaro e capisco subito che è meglio rimettersi i vestiti. In più, aggiunge, ha avuto un altro problema, legato ad un pulsante che non stava acceso.


Pronti via, parto e dopo una mezz'ora sono in laboratorio. In quelle situazioni, per evitare di perdere la produzione cerchiamo sempre una soluzione tampone veloce rimandando la soluzione al giorno successivo. Prima smonto il pannello di un quadro elettrico e faccio accendere a mano il teleruttore che non voleva accendersi, è questione di un minuto, ma devi sapere cosa toccare specie se è proprio sopra alla linea dell'alta tensione. Poi mi butto sulla sorgente. Ci vuole circa un'ora per avere fascio stabile, le ho letteralmente provate tutte. Se avessi avuto quattro mani le avrei utilizzate tutte simultaneamente sulle varie manopole della console. Dovevo essere piuttosto eccitato perché il tecnico di radioprotezione che era dietro alle mie spalle mi ha detto:

Deve essere proprio bello sapere cosa fanno tutte quelle manopole, io ho una lavatrice con due bottoni e non sono capace di usarla!

Le condizioni di lavoro della sorgente sono pessime, ma lavorabili, e così mentre l'operatore continua il suo irraggiamento io me ne vado in ufficio per vedere come era peggiorata nel tempo la situazione. La conclusione è che dobbiamo programmare un intervento per smontare la sorgente e vedere il problema faccia a faccia. 

Sto preparando un rapportino del mio intervento fuori orario quando mi chiamano di nuovo, questa volta per un terzo problema, uno strumento di laboratorio ha smesso di trasmettere i dati acquisiti al computer. Un po' di debbuging e scopro che il connettore del segnale analogico è rotto e probabilmente non fa un buon contatto. Bisognerebbe rifarlo, ma ovviamente non c'è tempo e così applico il buon vecchio trucco dell'antennista: tocca un po' il cavo che magari si sistema. Sono stato fortunato e la magia funziona.

Quando arrivo a casa sono le 4 e mezza e sono letteralmente distrutto. Alle 6 e mezza suona la sveglia perché i bambini si devono preparare per la giornata e io ho gli occhi che si aprono a fatica. Alle 9 e mezza sono già di nuovo al lavoro e dopo un breifing su cosa e come affrontare i problemi, ritorniamo a lavorare.

Alle 18 tutto era di nuovo funzionante. Il teleruttore capriccioso sostituito con uno nuovo di pacca comprato per l'occasione, il connettore rifatto e strumento ricollegato e per ultimo ci siamo lasciati la sorgente di cui abbiamo cambiato i catodi, quel che resta di quelli usati li vedete nella foto qui a lato. Quello grigio di sinistra è un pochino consumato, ma è quello che usiamo per fare il plasma di deuterio, mentre quello di destra è quello per i protoni. Dovrebbe essere di colore blu e invece era talmente consumato da apparire nero e molto scavato rispetto alla superficie.

Potete immaginare come ero distrutto ieri sera e come ho trovato piacevole la sensazione soffice del letto sotto le spalle. Ero tentato di spegnere il cellulare per evitare brutte sorprese, ma ero confidente del lavoro fatto. Come dico sempre: stanco, ma felice e realizzato.

Che vita da lab...

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