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25 febbraio 2010

English course

Questa settimana al JRC sono ricominciati tutti i corsi di lingue, compreso il mio corso di Inglese. La Commissione non solo mette a disposizione dei propri dipendenti vari percorsi di apprendimento, ma addirittura li incoraggia verso una formazione e un aggiornamento continuo. E specialmente in un ente sovranazionale in cui ci sono 27 lingue ufficiali, l'apprendimento linguistico è fortemente caldeggiato.

Ho deciso di seguire un corso di lingua inglese, anche se credo di saper parlare e scrivere in inglese senza troppi problemi, perché non ho mai seguito un corso e non ho nessun pezzo di carta da portare a supporto delle mie "Language Skills". Il secondo motivo è che non sono sempre sicuro della qualità e della correttezza grammaticale di quello che dico. Mi piacerebbe parlare bene, sia nel senso di fluido e senza inceppamenti, ma anche nel senso di corretto e adeguato alle situazioni.


Il nostro insegnante è veramente un tipo. Sulla sessantina, britannico, tre lauree alle spalle e cinque figli sparsi per il mondo. Durante la prima lezione ci ha subito fatto capire le sue intenzioni dicendoci che i corsi di inglese organizzati dagli Italiani e per gli Italiani sono incentrati esclusivamente sulla grammatica: grammatica a colazione, a pranzo, a cena e anche in tutte le pause caffe. Ma questo non è l'inglese, o almeno non è l'inglese come lo vedono i sudditi di Sua Maestà. L'inglese è la lingua più bastarda (nel senso di ibrida) che esista al mondo e nelle sue oltre 80 forme ufficiali, vengono create parole nuove al ritmo di una al minuto. Così al termine della prima lezione ero già sicuro che uno dei miei obiettivi principali non sarebbe mai stato raggiunto, ma ero contento lo stesso perché mi aveva fatto un'ottima impressione.

L'impressione è andata persino migliorando ieri quando ci ha spiegato il motivo per cui spesso facciamo fatica a capire quando gli Inglesi parlano tra loro. La ragione non è tanto la pronuncia, ma piuttosto il fatto che gli Inglesi non parlano come scrivono e non solo nel senso della fonetica. Gli stranieri sono portati ad imparare l'inglese che gli Inglese scrivono e di conseguenza quello parlato resta una lingua a loro sconosciuta. Vi faccio l'esempio che ci fatto lui: se un Italiano chiedesse ad un Tedesco in inglese: Come hai fatto a fare questa cosa? probabilmente direbbe: How would you do that?, ma se il discorso fosse tra due Inglesi allora la frase di identico significato sarebbe stata: How'd you go about doing that?  In effetti una frase del genere non l'avevo mai sentita e se qualcuno mi avesse rivolto tale domanda lo avrei guardato con aria stupita senza capire.

Potete immaginare la nostra faccia quando ci ha detto: how'd you go about doing that? E noi a chiedergli: ma è inglese corretto? E lui ci ha risposto: certo che no, ma questo è l'inglese che parlano gli Inglesi!

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