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19 gennaio 2008

Una città dai due volti

Siete mai stati a Berlino? Noi ci siamo stati la settimana scorsa! Il motivo principale era la partecipazione ad un meeting scientifico, ma questo non ci ha impedito di trovare un po' di tempo per girovagare per la città e ammirarne le sue bellezze.
La prima cosa che abbiamo scoperto è che il sistema dei trasporti pubblici può funzionare, anche se noi in Italia abbiamo imparato ad accontentarci di bus sporchi e troppo pieni di passeggeri, di treni luridi, molto spesso in ritardo e qualche volta soppressi senza apparente motivo.

Il nostro volo easyJet ci ha scaricato all'aeroporto Berlin-Schonefeld intorno alle 23.30 con la solita mezz'ora di ritardo. Con somma tristezza, il sito dei trasporti pubblici ci ha avvisato che non ci sarebbero piu' stati collegamenti ferroviari sino all'indomani, ma ci ha prontamente proposto un percorso alternativo composto da tre tratte auto-"bus"-mobilistiche. Il percorso era stato calcolato con delle tolleranze sulle coincidenze inferiori a 2 minuti, cosa da far morire dal ridere il pendolare italiano quadratico medio. Per confronto, pensate che Trenitalia non permette l'acquisto di due biglietti ferroviari se non ci sono almeno 20 minuti tra l'arrivo del primo convoglio e la partenza del secondo. Il viaggio dall'aeroporto fino al nostro albergo e' durato poco più di un'ora, ma e' stato allietato dalla compagnia di una giovane italiana membra del nostro corpo diplomatico: dopo parecchi anni di lavoro in Argentina, si appresta a prendere servizio nell'ambasciata italiana a Berlino, a lei vanno i nostri più sinceri auguri per una proficua esperienza lavorativa e umana.

"Certo non e' Las Vegas"

Questa testualmente e' stata la prima frase pronunciata dal nostro Marcinski appena giunti a destinazione, affermazione geograficamente corretta visto che ci trovavamo a Berlino e non in Nevada. Certo che se uno si attendeva un città vivace, frizzante e colorata la delusione era inevitabile. Il nostro albergo, bello ma non troppo secondo il mio modesto e personalissimo metro di giudizio, era ubicato nella parte "Est" della città.

In giro per la città

Il giorno seguente, la poliedrica Ingrid, poliedrica nel senso che simultaneamente e' la responsabile della JRA1, amica e per l'occasione anche guida turistica, ci attendeva nella hall dell'albergo per cominciare un'intensa mattinata di puro turismo.

Cosa abbiamo visto? Poca roba a dire il vero. Non si può pretendere di visitare una città quando si hanno a disposizione solo 3 ore. Nonostante questo, l'impressione che abbiamo avuto e' quella di una città in cui si vuole ricostruire per dimenticare e si costruisce per non dimenticare! Cerco di spiegarmi meglio.
  • Lavori in corso, gru e muratori in ogni dove: i Berlinesi cercano di ricostruire tutto quanto e' stato distrutto e non solo a livello edile. Si cerca di riportare vita, anche se in modo un po' sintetico, dove negli anni passati si e' fatto di tutto per estirparla. Si tenta persino di costruire in quella che veniva chiamata (difficile immaginare un nome più azzeccato) dead zone.
  • Eppure la città e' altre si impreziosita da monumenti alla memoria, come l'immenso memorial dell'olocausto con il suo senso di oppressione, prigionia che ricorda a tutti i suoi visitatori quanto crudele puo' essere la stupidita' umana. Un altro esempio: il famigerato muro. Come probabilmente gia' sapete, questo e' stato rimosso completamente, ma al suo posto e' stata disegnata sull'asfalto una linea come ad indicare una dolorosa ferita che dopo anni si e' finalmente cicatrizzata.
Questa la nostra visita nella capitale tedesca ora a voi i commenti!


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